Il ministro Calderone interviene dopo le polemiche per il mancato rimborso di isarcimento alla famiglia di Giuliano De Seta.
Il 12 gennaio è prevista la riunione per discutere sulla normativa vigente sui risarcimenti su chi muore durante il periodo di alternanza scuola-lavoro. L’esigenza nasce dalle polemiche scaturite dal caso di Giuliano De Seta, studente morto durante uno stage a Noventa di Piave. “Questa regola è vigente da troppo tempo per sopravvivere ancora nel nostro ordinamento”, ha dichiarato il Ministro del Lavoro Calderone.
Le polemiche scaturite dal mancato risarcimento dell’Inail alla famiglia di Giuliano De Seta, 18enne morto durante lo stage a Noventa di Piave, risveglia la politica italiana. La legge non ha concesso il rimborso perché il ragazzo non era un operaio ma uno stagista: il risarcimento per gli stagisti è previsto soltanto nel caso in cui la vittima sia un “capofamiglia”, quindi con dei familiari a carico.
La legge va cambiata
Il ministro del lavoro Marina Calderone, intervenendo sulla tragica morte dello studente di 18 anni avvenuta a settembre, dichiara che la normativa vigente sui risarcimenti su chi muore durante il periodo di alternanza scuola-lavoro “va cambiata immediatamente”. “E lo faremo con il prossimo decreto a cui stiamo lavorando in questi giorni, primo veicolo normativo utile”, afferma.
Il 12 gennaio sarà così convocato un tavolo tecnico sulla sicurezza sul lavoro e sui correttivi più urgenti alla normativa. “Quando muore un giovane durante un periodo di alternanza scuola-lavoro in azienda è una grave sconfitta per il sistema creato a protezione della vita di ogni lavoratore”, aggiunge Calderone che vuol combattere il senso di profonda ingiustizia per la famiglia di De Seta.
La famiglia, “Vogliamo sapere cos’è successo”
Enzo De Seta e Antonella Biasi, i genitori di Giuliano, dichiarano: “Non esiste alcuno scontro con l’Inail, mai chiesti i rimborsi. Non sapevamo nemmeno che ci fossero riconoscimenti per le spese del funerale”. La famiglia del ragazzo non vuole sapere le vicende finanziarie, ma pretendono di sapere cos’è successo a loro figlio.
“Da noi non erano mai partite richieste nei confronti dell’Inail, bensì verso l’azienda e la scuola”, dichiara il legale Luca Sprezzolla. Intanto, la direttrice dell’Inail Enza Scarpa ha precisato che la famiglia supera il tetto previsto per la rendita. Di contro “abbiamo riconosciuto l’infortunio mortale sul lavoro subito e questo sarà importante anche ai fini processuali”.